lunedì 4 agosto 2008

Rumori molesti: la ditta non si adegua a una sentenza del 2004, e alla fine chiude

"Persa la guerra del rumore. Gavirate, chiude la Mmg"

Dopo anni anni un cittadino vince la causa contro il disturbo provocato dai macchinari di una ditta vicina.

Sembra che la società, la Mmg di Gavirate, sia costretta a chiudere per le speese giudiziarie, e perchè condannata a pagare al vicino circa 80 mila euro di danni, per i rumori molesti provocati per anni dai macchinari della ditta.

Si presume che forse vi sia anche una decisione giudiziaria di chiusura (momentanea) per la rumorosità, e che obbliga quindi il titolare ad insonorizzare, prima di aprire nuovamente.

L'azienda sostiene di non essere in grado di pagare la cifra, e i giudici hanno emesso una ingiunzione di fallimento.

Chi ne subisce le conseguenze, oltre al cittadino che per anni ha dovuto subire i rumori, sarebbero anche i dipendenti della società (e le loro famiglie), che si troverebbero senza lavoro.

Finalmente quindi da una parte assistiamo a sentenze che affermano il diritto dei cittadini a vivere serenamente, e senza forme di inquinamento (acustico o atmosferico che sia) imposte da coloro che di tali diritti non si preoccupano.

Sentenze che dall'altra parte hanno però a volte risvolti drammatici, come il rischio della perdita di posti di lavoro.

Pur comprendendo il dramma del titolare e degli operai della MMG, viene da chiedersi, al di la della salvaguardia dei posti di lavoro, come mai non si sia pensato prima a risolvere i problemi, e in tutti questi anni non sia mai stato possibile insonorizzare sufficientemente.

Sembra difficile credere appunto che in oltre cinque anni di vicende giudiziarie, come minimo dopo la sentenza che era stata già emessa nel 2004, necessità di produzioni ininterrotte (comprese ferie estive, natalizie, etc. ?) non abbiano consentito di farlo.

Speriamo che, proprio considerando il dramma degli operai e delle loro famiglie (sempre che la chiusura sia davvero definitiva e la società non si sposti altrove) che la sentenza sia di esempio a tutte le aziende ed esercizi commerciali, che in Italia e a Roma di ledere i diritti altrui non si preoccupano o addirittura ne ridono (ridevano) e se ne fanno (facevano) un vanto, mettendo così a repentaglio, oltre alla salute dei cittadini, tanti posti di lavoro.

Se poi si considera (pure per esperienza personale) che a Roma ad esempio vi sono tante situazioni assurde, di lavorazioni e produzioni rumorose, inquinanti, pure sgradevoli, sottostanti o adiacenti abitazioni, scuole, etc., e che spesso sono pure gli stessi titolari e operai che contribuiscono all'inquinamento acustico e atmosferico, con comportamenti chiassosi o che non rispettano nè i vicini, nè le normative produttive (di solito le reazioni a chi chiede di diminuire rumore, odori molesti, inquinamento, etc., sono ulteriori trasgressioni, schiamazzi, minacce, insulti, etc.), speriamo ve ne saranno molte altre.

Ad aziende e dipendenti basterà adeguarsi e diventare socialmente corretti.

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